Dress code: esercizi di coding per vestire sagome di carta in sequenza
Pubblicato da Maestro Alberto
Il dress code (da non intendersi come codice di abbigliamento, ovvero il vestirsi in maniera giusta in base alle circostanze) è un’attività di coding pensata come una serie di esercizi per vestire una bambola o sagome di carta in sequenza, ovvero seguendo un algoritmo ben preciso.
CodeMOOC per esempio presenta DressCode, un gioco di coding unplugged con tanto di tabellone, carte, sequenze, sfide, istruzioni stampabili pronte per il download.
In pratica si deve seguire un ordine ben preciso per vestire la sagoma con gli indumenti specifici e l’ordine inverso per spogliarla.
Tali attività a mio parere sono adatte per i bambini della scuola dell’infanzia e dei primi anni della scuola primaria.
Di giochi di dress up, soprattutto per bambine, se ne trovano a centinaia in internet, spesso anche ben fatti, ma non corrispondono agli intenti di cui ho detto sopra. Meglio inventarsi sagome e marionette da soli con i relativi indumenti, studiare una sequenza e inventare un esercizio da sé, non ci vuole poi molto.
Oppure basta cercare siti che offrono burattini, marionette, bambole e sagome di carta da stampare e da vestire tipo questo o quest’altro.
Un ottimo spunto può essere quello fornito dal dresscode di Hello Ruby, che, oltre ad alcuni bellissimi disegni stampabili offre anche una serie di istruzioni su come usarli.
Hello Ruby fornisce anche tutta una serie di idee, di giochi e di attività già pronte di coding unplugged e più ingenerale di STEM da svolgere senza computer, senza mezzi informatici e connessione ad internet.
Bellissimo per esempio è il gioco che consente di creare un notebook di carta per far capire ai più piccoli come è fatto un computer, oppure i giochi sul sistema operativo, sugli algoritmi, su internet e via dicendo che possiamo trovare qui.
Il sito offre gratuitamente anche materiali per educatori ed insegnati con risorse per la classe, programmazioni e link utili.
Sicuramente un buon modo per avviare i più giovani al pensiero computazionale, soprattutto nelle scuole dove mancano ancora computer.
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